venerdì 10 luglio 2009

Viaggi, traguardi, tappe

Ieri, mentre lavoravo alla tesi, ho trovato una poesia che il prof. Rivoltella riportava come augurio a se stesso e a tutti.
Si tratta di "Itaca" di Costantinos Kavakis . Il corso di Editing Multimediale è iniziato con la metafora della passeggiata nel bosco e quando ieri ho letto questi versi non ho potuto fare a meno di sorridere.
Mi sembra uno splendido augurio, che raccolgo con gioia e condivido con tutti coloro che si sono messi in viaggio, con quelli che stanno per arrivare al traguardo e con quanti stanno trasformando il tragurdo in semplice tappa.


Spero che la tua strada sia lunga.
che siano molte le mattine d'estate,
che il piacere di vedere i primi porti
ti arrechi una gioia mai provata.
Cerca di visitare gli empori della Fenicia
E raccogli ciò che vi è di meglio.
Vai alle città d'Egitto,
apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.
Non perdere di vista Itaca,
perchè giungervi è il tuo destino.
Ma non affrettare i tuoi passi;
è meglio che il tuo viaggio duri molti anni
e la tua nave getti l'ancora sull'isola
quando ti sarai arricchito
di ciò che hai conosciuto nel cammino.
Non aspettarti che Itaca ti dia altre ricchezze.
Itaca ti ha già dato un bel viaggio;
senza Itaca tu non saresti mai partito.
Essa ti ha già dato tutto, e null'altro può darti.

Se, infine, troverai che Itaca è povera,
non pensare che ti abbia ingannato.
Perchè sei diventato saggio, hai vissuto una vita intensa
e questo è il significato di Itaca.

(da "Itaca" di Costantinos Kavafis)

venerdì 3 luglio 2009

Scrittura collaborativa

Ieri è uscito il n° 62 della rivista online Form@are (edizioni Erickson). Il tema portante è, ancora una volta, il rapporto tra nativi ed immigrati digitali: argomento su cui ci siamo confrontati parecchio all'interno della blogoclasse del prof. Andreas Formiconi.
Tra gli altri c'è un articolo con le osservazioni di alcuni studenti IUL. Sull'esperienza di studente , iscritta ad un'università on line, scriverò in un altro post.
In questo momento mi piaceva ricordare le perplessità iniziali rispetto ad un testo scritto a più mani. Coerenza... coesione...
Poi strada facendo è prevalso l'entusiasmo e, ancora una volta, la sorpresa di veder emergere i contenuti dalla riflessione a più voci.
Di seguito riporto integralmente il documento realizzato insieme a Claudia, Danilo e Valeria , come contributo all'articolo.
Grazie a Maria Grazia per l'opportunità offertaci e grazie ad Andreas, per l'affetto verso questi particolari studenti/maestri, che le sue parole lasciano trasparire.
L'opportunità di partecipare al corso di Editing Multimediale e di sperimentare forme di lavoro collaborativo nel web 2.0 sono state un'impagabile iniezione di entusiasmo.

Nativi Digitali vs Immigrant

sabato 16 maggio 2009

JumPC o XO ? Tecnologia sostenibile.

Quando lessi il post di Emanuela , con il video relativo alla sperimentazione del JumPC, provai sentimenti contrastanti.
Un po' perchè in quei giorni a scuola si discuteva del fatto che non ci fossero più fondi per le supplenze ( 5 sostituzioni per maternità e i soldi per il 2009 erano finiti) e quindi LIM e JumPC sembravano lontani anni luce.
Ma c'era anche un altro motivo.
Un anno fa alla Fiera del Libro di Torino avevo assistito alla presentazione di XO , il computer da 100 $ del progetto sostenuto da Negroponte: OLPC , One Laptop Per Children
Il prof. Guastavigna e il prof. Zucchini ne avevano illustrato sia i pregi, sia i difetti, ma io non ho pouto fare a meno di guardare con speranza a quel progetto.

In questi mesi non ne ho più sentito parlare. Ho visto invece uscire sul mercato minilaptop molto "fashion" e molto "trendy". Dove è finito XO ?
Amici della Toscana , mi fate sapere se prosegue l'iniziativa della Regione , che prevedeva l'acquisto di un certo numero di XO per le scuole locali e di altrettanti da mandare nei paesi in via di sviluppo?

Oggi ho trovato il video (sottotitolato) in cui Nicholas Negroponte presenta OLPC al TED
ed un altro in cui racconta d'averne consegnato un notevole quantitativo in Colombia


Io continuo a pensare che queste soluzioni a "basso costo" ed alto valore siano da sostenere, per il bene dei paesi in via di sviluppo e per quelli più o meno o quasi sviluppati.

domenica 10 maggio 2009

Omaggio alla scuola dell'infanzia

L'esperienza d'insegnamento nella scuola dell'infanzia è stata fondamentale.
Ho imparato ad osservare i bambini mentre giocano , mentre parlano tra di loro o tra se e sè.
Ho imparato ad allestire degli spazi in cui potessero acceder agli oggetti , nel momento migliore per ciascuno di loro.
Non sempre sono riuscita a trasferire ciò nella scuola primaria (leggi "elementare"), ma l'imprinting è stato fondamentale.
Così , dopo essermi arrabbiata nel post precedente, mi faccio un regalo.

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L' HO IMPARATO ALL'ASILO
di Robert Fulghum

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo.


La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:

Dividere tutto con gli altri.

Giocare correttamente.

Non fare male alla gente.

Rimettere le cose al posto.

Sistemare il disordine.

Non prendere ciò che non è mio.

Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.

Lavarmi le mani prima di mangiare.

I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.

Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa,

pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare,

ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.

Fare un riposino ogni pomeriggio.

Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano

e stare vicino agli altri.

Essere consapevole del meraviglioso.

Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono,

la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché,

ma tutti noi siamo così.

I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e

persino il seme nel suo recipiente:

tutti muoiono e noi pure.

Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato,

la più importante di tutte: GUARDARE.

Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.

Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.

Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.

Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti!

Pro scolarizzazione

Oggi , mentre rileggevo alcuni post di Marconato a proposito di scolarizzazione, di link in link , non so come, mi sono imbattuta in alcuni forum di mamme che commentavano l'esperienza scolastica dei loro bambini.
Mi mancava questa prospettiva, anche se ormai sono opinioni abbastanza diffuse...
E' un altro tassello che si aggiunge al quadro o , in chiave più dinamica, un'altra variabile del fenomeno su cui stiamo riflettendo.
"Il bambino è curioso, creativo e la scuola lo soffoca. "
Non posso fare a meno di sentirmi frustrata.: creatività ed intelligenza che maturano fuori dalla scuola, indipendentemente dalla scuola, malgrado la scuola .
Non so ... se c'è tutta questa abbondanza di creatività ed intelligenza "fuori", perchè ho spesso la sensazione di essere circondata da idiozia?
In questi anni con i colleghi ed amici ci siamo messi in discussione, abbiamo cercato di cogliere le incongruenze di un sistema scolastico che fatica a individuare e mantenere una rotta , cerchiamo continuamente di imparare.
" In che misura siete rappresentativi del mondo insegnante?" , aveva chiesto Andreas in uno dei primi incontri in chat.
Non lo so. Non so se raggiungiamo la massa critica per indurre un cambiamento.
Ma oggi sono irritata: son stufa della retorica del bimbo bello buono e creativo, della mamma amorevole e promotrice di autostima , del papà tecnologico, contrapposti alla maestrina della penna rossa o alle figure sbiadite ed anonime dell' iconografia antica e moderna.
Io ho usufruito della scolarizzazione di massa e provengo da una famiglia in cui l'istruzione era considerata un bene prezioso e la possibilità di accedervi un privilegio. Penso che la scolarizzazione sia un diritto: puoi protestare perchè non è adeguata , non per il fatto che ci sia.

"La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa" (Codignola)


giovedì 30 aprile 2009

In attesa del 1° Maggio

Un'amica spagnola , mi ha mandato il link a questo video e lo condivido volentieri.
Ogni volta che lo vedo mi fa sorridere e credo che , a suo modo, racconti cos'è una comunità.
Una metafora della Rete e della gente che la popola , la percorre e la vive.
Ballem! Dancing!


Where the Hell is Matt? (2008) from Matthew Harding on Vimeo.
http://vimeo.com/1211060

martedì 21 aprile 2009

A proposito di scolarizzazione...

Questo pomeriggio, mi riproponevo di "studiare" un po', di riordinare le idee e gli "appunti" .....
Quando nasci analogico , c'è poco da fare: la carta e la matita hanno un tale fascino, che più che "immigrato digitale", finisci col sentirti un tantino clandestino.
Poi, come al solito, ho cominciato a leggere il post di Andreas , il suo Daily sulla scolarizzazione e di link, in link sono approdata al blog di Dinorah .
Lì, mi sono fermata a guardare il video di Ken Robinson "Do schools kill creativity?" , che lei ha postato. Vi invito a guardarlo, se non lo avete ancora visto.

Ken Robinson - Do Schools Kill Creativity? from Andrea Benassi on Vimeo.


Ha ragione Gianni Marconato , quando dice:
" si può cambiare la scuola solo cambiando l’insegnamento."
E allora mi rendo conto che i "contenuti emergenti" esistono davvero, ma che il lavoro proposto (raccolta delle tracce del percorso di editing) sia più facile a dirsi che a farsi!
Per citare Andreas: "Hai detto stecco...." :-)

lunedì 16 marzo 2009

Personal Learning Environment

Da quando è iniziato il corso di Editing multimediale, sto facendo numerose scoperte.
Ma questa prospettiva con cui guardare al proprio "PLE" è un vero tesoro.
Finora ho pensato in termini di competenze , di cose che so, so fare, ho fatto.
Pensare al nostro ambiente di apprendimento in termini di rete di connessioni che si sviluppano e crescono, attraversando il tempo e lo spazio è una prospettiva radicalmente diversa.
Altro che portfolio ! Grazie , Andreas!

Editing multimediale

Ad una settimana dal primo post e dopo ore spese "gir in giro" tra altri blog , ecco che cominciano a diradarsi un pochino le nebbie.
All'espressione "editing multimediale" cominciano ad associarsi immagini, esempi e numerosi "mi piacerebbe imparare".
Allora....
"editing" : si collega alla testualità, ma in contesto web 2.0 , questa assume connotati impensabili in altre situazioni. Penso a testi che si modificano con l'apporto dei lettori: certo , alcuni avevano già teorizzato ciò, ma ora si materializza.
Penso a testi che integrano codici e linguaggi diversi. Io sono un'appassionata delle "parole": le peso, le assaporo e ne colgo sfumanture . Ma a volte sono assolutamente inefficaci. Penso al video postato da Emanuela nel suo blog : un video di 6 minuti è stato capace di suscitare riflessioni che un paio di pagine di "buona scrittura" forse non avrebbero saputo suscitare.
Vi invito a vederlo : dà da pensare!
http://manubra.blogspot.com/2009/03/chi-sono-i-nativi-digitali.html.

Insomma, mi piacerebbe poter scegliere: vorrei imparare ad usare le immagini quando queste sono più espressive e comunicative delle parole. Chiedo troppo?

lunedì 9 marzo 2009

Rompiamo il ghiaccio

Scrivere il primo post, nel mio primo blog , ricorda l' emozione che mi procurava iniziare un quaderno nuovo.... manca solo il profumo della carta!
In compenso c'è questa strana sensazione di maggior responsabilità : il quaderno era mio , ma posso dire altrettanto di un blog?
Probabilmente è un falso problema, poichè non è che l'intera Rete sia lì, ad aspettare da me perle di saggezza, ma confesso che la dimensione del fenomeno mi intimorisce: una stupidaggine su un foglio di quaderno , è solo una stupidaggine; una volta pubblicata , dà l'impressione che sia LA stupidaggine.
Un'altra remora è dovuta all'esperienza di lettrice di blog altrui : ci rimango male, quando vedo che , invece di sviluppare un argomento attraverso i commenti, qualcuno si accanisce sul tapino di turno che scrive "socquadro" , invece di "soqquadro". Perdo proprio la pazienza! Con due "Q" o con una, chi ha scritto voleva dirci con enfasi, che le cose non erano più al loro posto. Mi arrabbio quando si cincischia sulla forma e non si risponde al contenuto: mi sembra un'occasione persa.

Mi rendo conto che sono partita in quarta a raccontare come vivo quest'esperienza,senza essermi presentata.
Bene! Cominciamo ad aggiungere qualche dettaglio personale , in modo che possiate abbinare le esternazioni al personaggio.
Mi chiamo Daniela, ho 48 anni (ancora per qualche giorno...) e vivo nella prima cintura di Torino.
Ebbene, sì : Milano ha l'"interland", mentre a Torino c'è "la prima cintura".
Sono stata per 14 anni insegnante di scuola dell'infanzia e da altrettanti insegno nella scuola primaria . Come molti miei colleghi-amici della IUL , mi sono occupata delle Nuove Tecnologie all'interno del mio istituto, in qualità di funzione strumentale.
Grazie a questo ruolo, ho potuto rendermi conto delle difficoltà che incontrano gli insegnanti nell'adottare nuovi strumenti e nuove metodologie, delle resistenze che oppone il sistema -scuola (introduce le tecnologie non "al posto di" , ma "insieme a" tantissima carta), della curiosità e dell'entusiasmo con cui i bambini hanno accolto le piccole esperienze di uso delle tecnologie, che siamo riusciti ad attivare.
Tre anni fa, stavo rischiando di farmi prendere dallo sconforto, perchè mi sembrava che la Scuola riuscisse ad inglobare ogni innovazione , assemblandola all'esistente e rendendola all'istante "vecchia". In quel momento è arrivata la proposta della IUL.
Ho ripreso a studiare, ho incontrato persone con cui ho scoperto tante affinità e insieme stiamo ragionando su come "far scuola" con i bambini di oggi : bambini che " abitano la casa del domani,che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno" (Gibran).Una bella sfida !
Il prossimo anno, forse, ricomincerò con una classe prima.
E' come se un gigante ci avesse preso con due dita e riportato indietro di 40 anni: non so se sarò maestra unica, prevalente o chissà che cosa. Ma voglio imparare ad usare le potenzialità del web, perchè nè io, nè i miei futuri alunni siamo gli stessi di quarant'anni fa.